per il CONTROPOTERE
Strumento di battaglia politico-culturale che vuole gettare un sasso nell'acqua stagnante dell'informazione del sistema e contribuire a spezzare l'egemonia del pensiero unico
sabato 16 gennaio 2021
USCITA NUOVO LIBRO
venerdì 10 luglio 2020
NON TUTTI I GATTI SONO GRIGI
NON TUTTI I GATTI SONO GRIGI
La destra fascio-razzi-leghista-forzaitaliota diffonde sistematicamente menzogne falsificando e manipolando la realtà politica e sociale. Questa ignobile operazione è avallata direttamente o indirettamente dai suoi “giornalacci” e dai media del sistema ( Corriere della sera, La Stampa, Repubblica, Messaggero, TV la 7 ecc. ecc.) vicini o fiancheggiatori del PD. Questi ultimi ne sono di fatto complici.
Questa area politica vuole riprendersi al più presto il governo, per gestire direttamente i finanziamenti europei e gli ingenti stanziamenti governativi, il cui uso e la cui destinazione sarebbero pesantemente condizionati dalla presenza degli “intrusi”ed “incapaci” del Movimento 5 Stelle.
La destra ignorante ed arraffona insieme a settori del Pd, a Renzi e a omunculi come Calenda vorrebbero gestire ed usare questi denari (ammesso che siano stanziati), continuando ad utilizzare i vecchi sistemi clientelari, mafiosi e corruttivi che hanno contribuito a ridurre il paese in gravi condizioni economiche. La responsabilità di tutto questo è naturalmente da attribuirsi sia ai governi di centro-destra che a quelli di centro-sinistra succedutisi negli ultimi 30 anni...per non andare ancora più indietro con i governi DC e PSI.
Queste forze politiche, insieme alla “nuova” Confindustria del reazionario Bonomi, fomentano con metodo un mix di confusione e falsità, perché non vogliono e non possono tollerare un governo che comunque in alcune sue componenti non è totalmente asservito a Confindustria e alle sue espressioni politiche e parlamentari. La presenza dentro la compagine governativa di una componente “originale” ed “ibrida” (M5Stelle) ancora esente da un livello di “corruttibilità” che contraddistingue strategicamente la maggioranza dei partiti “storici” ( FI-Lega, FdI. PD, renzismo, ecc.) non è tollerata dal sistema di potere che è un intreccio, come sempre, fra capitale e le componenti politiche che lo rappresentano. Loro hanno bisogno di avere mani libere e di ridurre al minimo i controlli e i condizionamenti sugli ingenti investimenti che si prospettano nel periodo di ripresa dopo il coronavirus.
E’ per questo che stampa e televisioni private, e no, sono scatenate contro questo governo ed in particolare contro una sua componente qualunque cosa essi facciano. Loro non pensano, non analizzano, non propongono, vogliono solo un nuovo esecutivo che esegua pedissequamente i dettami di Confindustria e dei “suoi” rappresentanti politici. I governi del capitale non tollerano sbavature.
Quando non riescono a raggiungere questi obiettivi hanno due modalità e possibilità per ripristinare “il loro ordine capitalistico” a seconda dei rapporti di forza in un determinato momento storico:
1) campagne forsennate, violente, subdole, banditesche contro un governo che non li rappresenta in toto, come stanno facendo ora in Italia e come hanno sperimentato recentemente in Venezuela
2) quando i rapporti di forza interni ed internazionali saranno più favorevoli potrebbero tentare forme di golpe strisciante con metodo “occidentale” come, ad esempio, modifica radicale dell’attuale Costituzione che preveda elezione diretta del presidente della Repubblica con nuove e più allargate funzioni; richiesta di tutti i poteri nelle mani di una sola persona; introduzione di un sistema corporativo organico, magistratura alle dirette dipendenze dell’esecutivo; abolizione delle organizzazioni sindacali ecc. ecc. insomma il programma dell’eversiva e reazionaria P2.
Dentro il governo è in atto uno scontro tra due diverse concezioni dell’esercizio di potere e “di legalità democratico-borghese”. Da un lato c’è il PD che vorrebbe mantenere e sviluppare stretti rapporti con alcuni settori del capitale, quali FCA, Benetton ecc. coltivando lo status quo-pre ante. Dall’altro il M5stelle che tenta di “modificare” alcuni legami che lo stato della borghesia ha storicamente con settori del Capitale e dell’alta burocrazia. Il caso delle concessioni delle autostrade attualmente ancora gestite dalla holding dei Benetton é un esempio lampante di queste differenti concezioni.
Il PD, Renzi con il gruppazzo che lo circonda e il ministro De Micheli vorrebbero a tutti i costi rinnovare la concessione ai Benetton (finanziatori di Lega e PD). I M5stelle, al contrario, vorrebbero la revoca della concessione dopo il disastro criminale del ponte Morandi dovuto alla mancanza di manutenzione dei gestori e soprattutto dopo la sentenza della corte Costituzionale che spiana la strada alla revoca.
Fotografare questi dati oggettivi non significa avallare o sostenere l’attività di questo governo, o giustificare gli attendismi del M5stelle, ma vuol significare semplicemente uno stimolo per la vera sinistra e per i comunisti affinché si analizzino i rapporti di forza attuali tra capitale e lavoro e la realtà politica e sociale, cercando di leggerne le contraddizioni ed interpretando lo scontro in atto tra i vari settori del capitale senza pregiudizi politici, teorici e culturali. Oggi il capitalismo e la classe che lo interpreta sono alla ricerca di una loro nuova espressione politica più forte ed organica che non si riduca solo a quella di appoggiarsi al PD o alla Lega troppo deboli politicamente, teoricamente e culturalmente. Il capitale ha bisogno ben altro di Zingaretti o Salvini e tanto meno della coatta Meloni.
Questo governo, soprattutto nella sua componente extra-PD, tenendo conto che è pur sempre un governo espressione del sistema elettorale democratico-borghese, è un esecutivo che in questo frangente di crisi si è mosso mettendo in atto iniziative e stanziamenti che altri governi della borghesia mai hanno assunto neppure in periodi di “normalità” economica-sociale.
I governi passati di centro-destra, di centro-sinistra e quello renziano hanno coerentemente praticato politiche liberiste e conservatrici che hanno attaccato e distrutto i diritti dei lavoratori frutto di lotte negli anni ‘60 e ‘70. Ricordiamo l’introduzione del lavoro interinale col governo Prodi appoggiato da rif.comunista, la controriforma delle pensioni di Dini prima e della Fornero poi, l’introduzione del jobs act e l’abolizione dell’art.18 del governo reazionario di Renzi. A fronte di questi provvedimenti criminali nessuno o pochi si opposero concretamente, anche perché i sindacati confederali (CGIL-CISL e UIL) con il loro silenzio-assenso e le finte mobilitazioni avallarono queste operazioni anti-proletarie.
Oggi assistiamo a reazioni e opposizioni ingiustificate verso questo governo, solo perché timidamente si cerca di dare risposte alle disuguaglianze sociali con il reddito di cittadinanza e quota 100.
L’estensione della cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti nel contesto della crisi dovuta al coronavirus vengono considerati insufficienti e derisi non solo dalle opposizioni idiote di destra, ma anche da settori sindacali. Lo stanziamento a fondo perduto di migliaia di euro ai lavoratori autonomi e alle partite IVA viene ignorato o scientemente manipolato. La diminuzione del cuneo fiscale a favore dei lavoratori dipendenti è sostanzialmente ignorato. Si preferisce sottolineare i ritardi nell’erogazione di questi fondi sapendo di mentire e non tenendo conto dei tempi tecnici che qualsiasi governo avrebbe dovuto affrontare con una burocrazia rimasta intoccata da 70 anni a questa parte. Ma cosa ci si doveva aspettare da un governo che è pur sempre un esecutivo che rappresenta essenzialmente gli interessi della borghesia e di una parte della piccola borghesia?
I parolai in malafede continuano nel loro incessante compito di favorire la destra e il Pd che rimane il nemico politico strategico principale.Le considerazioni qui esposte non devono essere lette strumentalmente come un sostegno alla teorizzazione dell’adesione alle scelte del meno peggio che tanto danno hanno fatto alla “sinistra” e ai comunisti. Sono invece un tentativo di rimettere in carreggiata e nel giusto senso quelle posizioni e polemiche portate avanti da settori di “sinistra” e da alcuni gruppetti “comunisti” con argomentazioni il più delle volte pregiudiziali, superficiali e strumentali tali da alimentare confusione, scoramento e qualunquismo.
Questi soggetti si comportano nei confronti del governo come se fosse un governo di “ normalità economica e sociale”, senza prendere atto della profondità della crisi e senza voler distinguere le differenti posizioni e logiche delle diverse formazioni che lo compongono, oltre che non considerare la non negatività di alcuni provvedimenti.
Forse in questi soggetti c’è una volontà subdola, più o meno cosciente, di realizzare l’obiettivo del tanto peggio-tanto meglio, ad esempio un governo pd-berlusconi-lega-fdi-pezzi del M5stelle, quasi che questa soluzione faciliterebbe loro il compito di combatterli. E’ più semplice combattere i fascisti e i reazionari che non “i democratici” al servizio del capitale secondo la loro logica perdente.
Invece, il problema reale e più difficile e complesso è quello di “attrezzarsi”, “organizzarsi” e di creare “focolai di contropotere militante” anziché delegare sempre tutto a soluzioni elettorali ed elettoralistiche. Per praticare questi “livelli di politica” bisogna fare “analisi concrete” in situazioni concrete; avere chiaro in mente che per rovesciare questo sistema bisogna affrontare seriamente il problema dell’uso della “forza organizzata”. Diversamente tutto risulterà vano e nella migliore delle ipotesi ci si accontenterà di ritagliarsi piccoli spazi da cogestire con la borghesia che li tollera, anzi che li usa come ammortizzatori sociali.Lo scontro organizzato degli anni ‘70 tra capitale e avanguardie rivoluzionarie, che era arrivato a mettere in crisi il sistema, non si deve liquidare come superato e a-storico, checchè ne pensino alcuni dei protagonisti di quegli anni più o meno dissociati a cui va il nostro rispetto (non ai dissociati), ma può e deve essere riproposto con metodo e scientificità dentro un contesto modificato nella sua composizione di classe e nei rapporti internazionali.
Occorre abbandonare la propensione a fare analisi e valutazioni superficiali e strumentali, altrimenti si va a sbattere inevitabilmente nella logica delle chiacchiere e conseguentemente in quella elettoralistiche.
10 luglio 2020
G.R.
SU LA TESTA per il Contropotere
mercoledì 3 giugno 2020
TUTTI IN PIAZZA IL 27 GIUGNO CON LA PALESTINA CHE RESISTE!
Il 5 giugno del 1967, infatti, Israele occupò diversi territori arabo-palestinesi, provocando centinaia di migliaia tra morti, feriti, prigionieri, sfollati e profughi. Questa guerra offrì all’occupante l’occasione di cancellare interi villaggi palestinesi e di iniziare l’espansione coloniale partendo da Gerusalemme est fino alla Cisgiordania.
- la morte del diritto internazionale (il rispetto delle risoluzioni internazionali, il diritto di autodeterminazione dei popoli, il rispetto dei diritti umani, etc. etc);
- gli insediamenti israeliani e l’annessione dei nuovi territori palestinesi rendono impossibile trovare una presunta soluzione politica, giusta ed equa, per i palestinesi.
E' urgente e necessario che l'Europa coerentemente, con i principi che stanno alla base della sua costituzione, affronti e ponga fine ai crimini di guerra, alle politiche razziste e oppressive attuate da Israele nei confronti dei palestinesi.
E' giunto il tempo di porre fine all'occupazione della Palestina e dare giustizia al nostro popolo.
Invitiamo la collettività tutta a organizzarsi, all’interno delle singole regioni, in un movimento solidale e spontaneo per dare una voce importante , un segnale di appoggio e un sostegno alle popolazioni oppresse.
Ogni piccolo contributo e partecipazione rappresenterebbe un segnale importante per difendere il diritto internazionale e democratico.
giovedì 21 maggio 2020
LOMBARDIA: 25 anni di malefatte delle giunte regionali di centro-destra e dell'assenza di opposizione del centro-sinistra
Da oggi è in linea sul nostro sito laltralombardia.it uno spazio-dossier dove potete trovare documentazione sulla malapolitica e malasanità in Lombardia
se volete inviare i vostri contributi e documentazione scrivete a:
redazione@laltralombardia.it
Lombardia: 'vivere meglio' e morire peggio
La scelta strategica, riguardante anche giunte precedenti a quelle di Formigoni, è stata quella di potenziare, sostenere e finanziare la sanità privata attraverso convenzioni scellerate, ridimensionando ed indebolendo quella pubblica.
Questi dati sulla diminuzione dei posti letto parlano da soli:
1981 posti letto in Lombardia - 530.000
1992 posti letto in Lombardia - 365.000
2010 posti letto in Lombardia - 245.000
2017 posti letto in Lombardia - 191.000
Oltre a questo dato, già di per sé criminogeno, si registrano altri devastanti effetti come:
1) l’aumento del costo dei tickets sanitari che sono tra i più alti rispetto al resto del paese
2) il numero dei presidi sanitari è stato ridimensionato e ridotto, come anche il numero di letti destinati alla terapia intensiva.
3) le attese per esami e controlli sono aumentate, costringendo i cittadini a defatiganti attese o a rivolgersi a pagamento alle strutture private.
Si è scelto di non avere un progetto strategico per potenziare le strutture pubbliche, privilegiando criminalmente la ricerca del profitto a discapito della salute dei cittadini e della qualità della vita.
Eppure la Lombardia, fino a poco tempo fa, era considerata un esempio di “eccellenza” dalla propaganda di regime, in realtà questo modello definito di “sussidiarietà” ha prodotto corruzione e ladrocini vari (vedi il caso Formigoni - clinica Maugeri).
Inoltre non si deve dimenticare che alcuni assessori alla sanità, in tempi diversi, hanno dato “asilo” a dirigenti fortemente criticati in altre realtà come Antonio Cuzzoli e Alessandra Massei, rispondendo a logiche di spartizione e di lottizzazione tra i vari partiti di centro-destra.
I risultati di queste scelte scellerate e delle sfrenate privatizzazioni perseguite dalle varie Giunte Regionali lombarde si sono progressivamente manifestati e sono esplosi in occasione dell’emergenza Covid 19. La mancanza di letti in terapia intensiva, che ha causato ritardi e problemi vari nella cura tempestiva dei malati, è il frutto dell’inadeguatezza della sanità pubblica lombarda svuotata e indebolita per aver favorito le strutture private. Se ci fossero stati più letti a disposizione quanti morti si sarebbero risparmiati e quanto tempo in meno i contagiati sarebbero stati “parcheggiati” nei Pronto Soccorso in attesa che si liberassero letti lasciati “liberi” dai deceduti?
Dal 21 febbraio al 2 marzo nessuna di queste strutture convenzionate e finanziate dal pubblico sono state in prima linea nella cura del Coronavirus e pensare che rappresentano più del 50% degli ospedali in Lombardia. In questo periodo le uniche strutture di ricovero in Lombardia sono state tutte pubbliche.
Il presidente della giunta della Regione Lombardia Fontana (Lega) e l’assessore regionale alla sanità Gallera (Forza Italia) hanno enormi responsabilità nell’aver affrontato in ritardo e superficialmente la gestione dell’emergenza legata al Coronavirus.
La giunta regionale, incomprensibilmente, nella fase iniziale dell’emergenza approva una delibera per chiedere alle case di cura per anziani di ospitare i malati di Covid 19 non in terapia intensiva.
Questa scelta ha in parte condizionato l’estendersi dell’epidemia, infatti ad oggi il 53.4% dei decessi riguarda le varie fasce di anziani gran parte ospitati dalle RSA. Una situazione analoga pare si sia verificata anche in Emilia Romagna.
A tutt’oggi risulta inspiegabile questa decisione e non si capisce bene che cosa l’abbia ispirata. Grave è anche il fatto che sul piano politico non ci sia stata un’adeguata reazione delle forze istituzionali di opposizione, né in Lombardia né in altre regioni, contro i responsabili delle morti.
I contagi e le morti in Lombardia rappresentano circa la metà di quelli verificatesi sul piano nazionale e questo si spiega con le scelte errate o anche le non scelte della giunta leghista-forza-italiota che anziché privilegiare la cura e l’assistenza ai cittadini contagiati si è “impegnata” quasi quotidianamente per oltre 2 mesi a fare concorrenza in peggio, con la regia di Salvini, ai provvedimenti del governo nazionale, cercando di farlo cadere sfruttando l’emergenza coronavirus. Obiettivo ovviamente fallito.
Un altro gravissimo fatto accaduto in questa regione è ciò che è successo nel bergamasco e in parte nel bresciano. Dopo il primo provvedimento restrittivo del governo che prevedeva la chiusura di quasi tutte le attività lavorative salvo quelle strettamente necessarie, in questi territori l’attività produttiva è continuata quasi totalmente come prima a prescindere dal tipo di produzione.
Bastava un’autocertificazione al prefetto dei titolari di fabbriche e fabbrichette per mantenere aperta l’attività anche senza alcun dispositivo di sicurezza, né controlli efficaci nell’ambiente di lavoro. Risultato: decine di lavoratori contagiati e morti, senza che la Giunta regionale leghista muovesse un dito. Ha prevalso la filosofia classica e idiota “produttivista” e “lavorista” diffusissima nelle vallate bergamasche e bresciane a guida leghista e non solo.
Hanno tentato di tutto pur di far emergere “ l’eccellenza” in Lombardia fallendo miseramente.
Hanno progettato perfino la costruzione di un nuovo ospedale destinato completamente alla terapia intensiva con 400 posti letto previsti. Questa struttura, a cui hanno lavorato 500 operai e tecnici, e tanto esaltata da Fontana e da quel Bertolaso inquisito per le malefatte del post-terremoto dell’Aquila, non ha mai ospitato più di 50 malati ed è costata oltre 20 milioni di euro.
Mentre scriviamo ospita 4 malati e si pensa di chiuderla entro la fine del mese di maggio. Oltre la beffa il danno coi soldi pubblici. Anche su questo sarà bene aprire un’inchiesta sociale oltre che una giudiziaria. Non si può delegare solo alla magistratura l’opposizione politica e il contrasto al malaffare.
SU LA TESTA l'altra Lombardia
giovedì 24 gennaio 2019
Con il popolo venezuelano, con Maduro e Chavez contro l'imperialismo USA
VEDI IL DOCUMENTO CON SPEZZONI DI INTERVENTO DI CHAVEZ FILMATO A CARACAS NEL 2010 IN OCCASIONE DELL'OTTAVO ANNIVERSARIO DEL FALLITO GOLPE DEL 2002 |
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domenica 22 ottobre 2017
INIZIATIVE in SARDEGNA IN SOLIDARIETA' COL POPOLO VENEZUELANO IN LOTTA CONTRO L'IMPERIALISMO USA E IL GOLPISMO FASCISTA
Giovedì 26 Ottobre 2017 ore 18.30
presso Libreria DESSI'
Sassari
INIZIATIVA IN SOLIDARIETA' COL POPOLO VENEZUELANO IN LOTTA CONTRO L'IMPERIALISMO USA E IL GOLPISMO FASCISTA
Relazione di GERALDINA COLOTTI Giornalista di ritorno dal Venezuela
Organizza Collettivo S'Idea Libera in collaborazione con
SU LA TESTA per il CONTROPOTERE
Venerdì 27 Ottobre 2017 ore 19
presso ARKIMISSA località S'ASPIDDA(SP12)
SINISCOLA (Nuoro)
INIZIATIVA IN SOLIDARIETA' COL POPOLO VENEZUELANO IN LOTTA CONTRO L'IMPERIALISMO USA E IL GOLPISMO FASCISTA
Relazione di GERALDINA COLOTTI Giornalista di ritorno dal Venezuela
Organizza Collettivo TRAMAS in collaborazione con
SU LA TESTA per il CONTROPOTERE
Sabato 28 Ottobre 2017 ore 18
presso Biblioteca BAZ
via S. Giacomo 117 CAGLIARI
INIZIATIVA IN SOLIDARIETA' COL POPOLO VENEZUELANO IN LOTTA CONTRO L'IMPERIALISMO USA E IL GOLPISMO FASCISTA
Relazione di GERALDINA COLOTTI Giornalista di ritorno dal Venezuela
Organizza Biblioteca BAZ in collaborazione con
SU LA TESTA per il CONTROPOTERE