venerdì 10 luglio 2020

NON TUTTI I GATTI SONO GRIGI

                        NON TUTTI I GATTI SONO GRIGI








La destra fascio-razzi-leghista-forzaitaliota diffonde sistematicamente menzogne falsificando e manipolando la realtà politica e sociale. Questa ignobile operazione è avallata direttamente o indirettamente dai suoi “giornalacci” e dai media del sistema ( Corriere della sera, La Stampa, Repubblica, Messaggero, TV la 7 ecc. ecc.) vicini o fiancheggiatori del PD. Questi ultimi ne sono di fatto complici.

Questa area politica vuole riprendersi al più presto il governo, per gestire direttamente i finanziamenti europei e gli ingenti stanziamenti governativi, il cui uso e la cui destinazione sarebbero pesantemente condizionati dalla presenza degli “intrusi”ed “incapaci” del Movimento 5 Stelle.

La destra ignorante ed arraffona insieme a settori del Pd, a Renzi e a omunculi come Calenda vorrebbero gestire ed usare questi denari (ammesso che siano stanziati), continuando ad utilizzare i vecchi sistemi clientelari, mafiosi e corruttivi che hanno contribuito a ridurre il paese in gravi condizioni economiche. La responsabilità di tutto questo è naturalmente da attribuirsi sia ai governi di centro-destra che a quelli di centro-sinistra succedutisi negli ultimi 30 anni...per non andare ancora più indietro con i governi DC e PSI.

Queste forze politiche, insieme alla “nuova” Confindustria del reazionario Bonomi, fomentano con metodo un mix di confusione e falsità, perché non vogliono e non possono tollerare un governo che comunque in alcune sue componenti non è totalmente asservito a Confindustria e alle sue espressioni politiche e parlamentari. La presenza dentro la compagine governativa di una componente “originale” ed “ibrida” (M5Stelle) ancora esente da un livello di “corruttibilità” che contraddistingue strategicamente la maggioranza dei partiti “storici” ( FI-Lega, FdI. PD, renzismo, ecc.) non è tollerata dal sistema di potere che è un intreccio, come sempre, fra capitale e le componenti politiche che lo rappresentano. Loro hanno bisogno di avere mani libere e di ridurre al minimo i controlli e i condizionamenti sugli ingenti investimenti che si prospettano nel periodo di ripresa dopo il coronavirus.

E’ per questo che stampa e televisioni private, e no, sono scatenate contro questo governo ed in particolare contro una sua componente qualunque cosa essi facciano. Loro non pensano, non analizzano, non propongono, vogliono solo un nuovo esecutivo che esegua pedissequamente i dettami di Confindustria e dei “suoi” rappresentanti politici. I governi del capitale non tollerano sbavature.

Quando non riescono a raggiungere questi obiettivi hanno due modalità e possibilità per ripristinare “il loro ordine capitalistico” a seconda dei rapporti di forza in un determinato momento storico:

1) campagne forsennate, violente, subdole, banditesche contro un governo che non li rappresenta in toto, come stanno facendo ora in Italia e come hanno sperimentato recentemente in Venezuela

2) quando i rapporti di forza interni ed internazionali saranno più favorevoli potrebbero tentare forme di golpe strisciante con metodo “occidentale” come, ad esempio, modifica radicale dell’attuale Costituzione che preveda elezione diretta del presidente della Repubblica con nuove e più allargate funzioni; richiesta di tutti i poteri nelle mani di una sola persona; introduzione di un sistema corporativo organico, magistratura alle dirette dipendenze dell’esecutivo; abolizione delle organizzazioni sindacali ecc. ecc. insomma il programma dell’eversiva e reazionaria P2.

Dentro il governo è in atto uno scontro tra due diverse concezioni dell’esercizio di potere e “di legalità democratico-borghese”. Da un lato c’è il PD che vorrebbe mantenere e sviluppare stretti rapporti con alcuni settori del capitale, quali FCA, Benetton ecc. coltivando lo status quo-pre ante. Dall’altro il M5stelle che tenta di “modificare” alcuni legami che lo stato della borghesia ha storicamente con settori del Capitale e dell’alta burocrazia. Il caso delle concessioni delle autostrade attualmente ancora gestite dalla holding dei Benetton é un esempio lampante di queste differenti concezioni.

Il PD, Renzi con il gruppazzo che lo circonda e il ministro De Micheli vorrebbero a tutti i costi rinnovare la concessione ai Benetton (finanziatori di Lega e PD). I M5stelle, al contrario, vorrebbero la revoca della concessione dopo il disastro criminale del ponte Morandi dovuto alla mancanza di manutenzione dei gestori e soprattutto dopo la sentenza della corte Costituzionale che spiana la strada alla revoca.

Fotografare questi dati oggettivi non significa avallare o sostenere l’attività di questo governo, o giustificare gli attendismi del M5stelle, ma vuol significare semplicemente uno stimolo per la vera sinistra e per i comunisti affinché si analizzino i rapporti di forza attuali tra capitale e lavoro e la realtà politica e sociale, cercando di leggerne le contraddizioni ed interpretando lo scontro in atto tra i vari settori del capitale senza pregiudizi politici, teorici e culturali. Oggi il capitalismo e la classe che lo interpreta sono alla ricerca di una loro nuova espressione politica più forte ed organica che non si riduca solo a quella di appoggiarsi al PD o alla Lega troppo deboli politicamente, teoricamente e culturalmente. Il capitale ha bisogno ben altro di Zingaretti o Salvini e tanto meno della coatta Meloni.

Questo governo, soprattutto nella sua componente extra-PD, tenendo conto che è pur sempre un governo espressione del sistema elettorale democratico-borghese, è un esecutivo che in questo frangente di crisi si è mosso mettendo in atto iniziative e stanziamenti che altri governi della borghesia mai hanno assunto neppure in periodi di “normalità” economica-sociale.

I governi passati di centro-destra, di centro-sinistra e quello renziano hanno coerentemente praticato politiche liberiste e conservatrici che hanno attaccato e distrutto i diritti dei lavoratori frutto di lotte negli anni ‘60 e ‘70. Ricordiamo l’introduzione del lavoro interinale col governo Prodi appoggiato da rif.comunista, la controriforma delle pensioni di Dini prima e della Fornero poi, l’introduzione del jobs act e l’abolizione dell’art.18 del governo reazionario di Renzi. A fronte di questi provvedimenti criminali nessuno o pochi si opposero concretamente, anche perché i sindacati confederali (CGIL-CISL e UIL) con il loro silenzio-assenso e le finte mobilitazioni avallarono queste operazioni anti-proletarie.

Oggi assistiamo a reazioni e opposizioni ingiustificate verso questo governo, solo perché timidamente si cerca di dare risposte alle disuguaglianze sociali con il reddito di cittadinanza e quota 100.

L’estensione della cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti nel contesto della crisi dovuta al coronavirus vengono considerati insufficienti e derisi non solo dalle opposizioni idiote di destra, ma anche da settori sindacali. Lo stanziamento a fondo perduto di migliaia di euro ai lavoratori autonomi e alle partite IVA viene ignorato o scientemente manipolato. La diminuzione del cuneo fiscale a favore dei lavoratori dipendenti è sostanzialmente ignorato. Si preferisce sottolineare i ritardi nell’erogazione di questi fondi sapendo di mentire e non tenendo conto dei tempi tecnici che qualsiasi governo avrebbe dovuto affrontare con una burocrazia rimasta intoccata da 70 anni a questa parte. Ma cosa ci si doveva aspettare da un governo che è pur sempre un esecutivo che rappresenta essenzialmente gli interessi della borghesia e di una parte della piccola borghesia?

I parolai in malafede continuano nel loro incessante compito di favorire la destra e il Pd che rimane il nemico politico strategico principale.

Le considerazioni qui esposte non devono essere lette strumentalmente come un sostegno alla teorizzazione dell’adesione alle scelte del meno peggio che tanto danno hanno fatto alla “sinistra” e ai comunisti. Sono invece un tentativo di rimettere in carreggiata e nel giusto senso quelle posizioni e polemiche portate avanti da settori di “sinistra” e da alcuni gruppetti “comunisti” con argomentazioni il più delle volte pregiudiziali, superficiali e strumentali tali da alimentare confusione, scoramento e qualunquismo.

Questi soggetti si comportano nei confronti del governo come se fosse un governo di “ normalità economica e sociale”, senza prendere atto della profondità della crisi e senza voler distinguere le differenti posizioni e logiche delle diverse formazioni che lo compongono, oltre che non considerare la non negatività di alcuni provvedimenti.

Forse in questi soggetti c’è una volontà subdola, più o meno cosciente, di realizzare l’obiettivo del tanto peggio-tanto meglio, ad esempio un governo pd-berlusconi-lega-fdi-pezzi del M5stelle, quasi che questa soluzione faciliterebbe loro il compito di combatterli. E’ più semplice combattere i fascisti e i reazionari che non “i democratici” al servizio del capitale secondo la loro logica perdente.

Invece, il problema reale e più difficile e complesso è quello di “attrezzarsi”, “organizzarsi” e di creare “focolai di contropotere militante” anziché delegare sempre tutto a soluzioni elettorali ed elettoralistiche. Per praticare questi “livelli di politica” bisogna fare “analisi concrete” in situazioni concrete; avere chiaro in mente che per rovesciare questo sistema bisogna affrontare seriamente il problema dell’uso della “forza organizzata”. Diversamente tutto risulterà vano e nella migliore delle ipotesi ci si accontenterà di ritagliarsi piccoli spazi da cogestire con la borghesia che li tollera, anzi che li usa come ammortizzatori sociali.

Lo scontro organizzato degli anni ‘70 tra capitale e avanguardie rivoluzionarie, che era arrivato a mettere in crisi il sistema, non si deve liquidare come superato e a-storico, checchè ne pensino alcuni dei protagonisti di quegli anni più o meno dissociati a cui va il nostro rispetto (non ai dissociati), ma può e deve essere riproposto con metodo e scientificità dentro un contesto modificato nella sua composizione di classe e nei rapporti internazionali.

Occorre abbandonare la propensione a fare analisi e valutazioni superficiali e strumentali, altrimenti si va a sbattere inevitabilmente nella logica delle chiacchiere e conseguentemente in quella elettoralistiche.

10 luglio 2020

G.R.

SU LA TESTA per il Contropotere