mercoledì 27 febbraio 2013

Prime valutazioni sulle elezioni politiche del 24-25 febbraio: le nostre previsioni erano giuste ed adesso rilanciamo le lotte e il conflitto

“Se votare facesse qualche differenza, non ce lo lascerebbero fare” ( M.Twain)

La campagna elettorale per le elezioni politiche ha riempito le pagine e gli spazi dei quotidiani, delle TV e della RETE negli ultimi tre mesi. 
Indubbiamente esse hanno rivestito una notevole importanza, perché dovevano  decidere quale “frazione” del capitale avrebbe governato l'Italia nel prossimo  periodo di crisi dell'organizzazione economica capitalistica. Questo, per ora, 
non si è manifestato ancora chiaramente a causa delle legge truffa elettorale  che non consente risultati chiari ed univoci. Di certo ci sono però alcuni dati incontrovertibili che il voto ha determinato: 
1) gli assetti politici ed istituzionali sono stati ribaltati
2) PD e PDL hanno perso milioni di voti 
3) Il Movimento 5 stelle è diventato il primo partito alla Camera, perché ha saputo interpretare meglio di altri il malessere e la ribellione contro la corruzione dilagante diffusi fra gli elettori 
4) I residuali partiti di sinistra con Rivoluzione Civile sono stati spazzati via inesorabilmente, perché 
incapaci di interpretare i bisogni e le esigenze del nuovo-proletariato (operai, studenti, precari di ogni tipo, partite IVA, pensionati poveri ecc...) e perché percepiti come vecchi e corresponsabili di alcune malefatte del sistema.
Queste elezioni hanno avuto un altro merito, quello di costringere l'opposizione sociale e le soggettività antagoniste a riposizionarsi rispetto all'organizzazione del conflitto e alla costruzione di una formazione in grado di rappresentare più compiutamente gli interessi di classe, al di là di tutti i settarismi e le auto-referenzialità che le hanno paralizzate e travolte negli ultimi 20 anni e più.
Molti “a sinistra” si sono adoperati per dare questa o quella indicazione di voto, in base anche al teorema del Meno-Peggio
Noi non siamo stati tra questi, perché abbiamo preferito sviluppare un ragionamento per sostenere che in questa 
fase storico-politica l'astensione dal voto (ricordiamo che il voto non è un dovere, ma un diritto che si può o meno esercitare) non solo è giustificata, ma può costituire un atto militante di responsabilità con l'obiettivo della 
delegittimazione di tutto l'apparato parlamentaristico e di governo borghese, oltre che di qualsivoglia “ lista improvvisata di sinistra” che pretendesse di arrogarsi il diritto di rappresentare strumentalmente gli interessi di classe 
del nuovo-proletariato e del movimento di lotta in generale.
Le teorie, le idee e le pratiche di comitati, associazioni e circoli indipendenti non sono state rappresentate, neppur lontanamente, da nessun partito o lista che ha partecipato a questa scorribanda elettorale.
L'astensionismo e, in parte, anche il voto al Movimento 5 stelle ha costituito una forma seria e militante di protesta che nulla ha a che vedere con il qualunquismo astensionistico endemico al sistema borghese di rappresentanza. 
Non si può più delegare a forze impresentabili o pseudo-democratiche la rappresentanza delle istanze sociali di radicale cambiamento.

Abbiamo voluto respingere la logica truffaldina, manipolatoria e ricattatoria del meno-peggio, perché si è cercato di diffondere il timore e il senso del precario per farci accettare il pensiero unico e qualsiasi soluzione politica e 
il punto di vista della classe dominante. Va trasferita nel campo nemico la paura che cercano di infonderci. 
Oggi è richiesta maggiore lucidità e consapevolezza e questo ricatto andava respinto al mittente.
Altre volte, purtroppo, questo ha funzionato, facendo leva sull'anti-berlusconismo.
Non consideriamo il bandito Berlusconi meno pericoloso di un tempo, ma constatiamo che anche coloro che formalmente oggi si sono presentati come alternativi a lui (Bersani,Vendola e Monti), hanno sostanzialmente lo stesso 
progetto e non hanno fatto nulla in questi anni per contrastarlo realmente. Al contrario, nell'ultimo anno e mezzo hanno governato insieme e hanno condiviso e votato in parlamento le più criminali e violente scelte del massone Monti su 
mandato dell'Unione Europea. Monti, massone del 33° rito scozzese, più che svolgere il ruolo di presidente del Consiglio dell'Italia ha operato come terminale della BCE (Banca Centrale Europea) e del FMI (Fondo Monetario 
Internazionale), essendo presidente europeo della Trilateral, un organismo composto dagli uomini e dalle donne più potenti del pianeta che decide, condiziona e impone le scelte economiche a quasi tutti i governi del mondo. In 
sostanza le politiche socio-economiche del centro-destra e del centro-sinistra sono due facce della stessa medaglia.
Quale sarebbe stato allora il meno peggio da poter votare? Qualcuno sostiene essere la lista “Rivoluzione civile”.Questa era, di fatto, un cartello elettorale composto dai partiti residuali della “sinistra” in via di sparizione 
e tenuta insieme dalla figura pubblica del magistrato Ingroia. Non era una formazione strutturata e si è costituita tre mesi fa in modo raffazzonato e senza un programma articolato, dopo aver liquidato brutalmente il generoso 
tentativo di “Cambiare si può”. Rivoluzione civile si basava su un'ideologia iper-eclettica(si va dal moderato-legalitario Di Pietro al reazionario verde Bonelli, fino al nulla di Ferrero e Diliberto, ex RC ed ex PdCI) che sarà all'origine di un esplosione di contrasti e contraddizioni subito dopo aver metabolizzato lo choc elettorale. La lista Ingroia ha posto al centro della sua propaganda la difesa della legalità contro i poteri criminali, questo è il vero cemento che ha tenuto insieme queste “debolezze” che erano divise, in realtà, su quasi tutto.  Poca attenzione sui temi del lavoro, sui salari bloccati, sull'attacco alla scuola e alla salute pubblica ecc...Un altro aspetto che va sottolineato è che all'interno di questa lista albergavano ben 3 ex-ministri (Ferrero, Di Pietro e Diliberto) di governi precedenti, tutti corresponsabili, 
in quanto ministri, dall'aver avallato il finanziamento delle truppe in Afghanistan, i provvedimenti che hanno aggravato le condizioni di vita di milioni di persone, il non aver approvato una norma elementare sul conflitto di interessi contro Berlusconi, l'avere deciso e avallato il finanziamento del TAV (Di Pietro ministro delle infrastrutture) ecc... 
Per queste e molte altre ragioni, l'opposizione sociale e molti lavoratori, precari e no, non hanno potuto riconoscersi e legittimare una formazione che, in ultima analisi, si è costituita per garantire l'elezione in parlamento ai quattro segretari dei partiti residuali , storicamente ormai superati ed obsoleti.
Occorre aggiungere che le istituzioni e le campagne elettorali la sinistra antagonista le deve saper “usare” per accentuare le contraddizioni del sistema capitalista e delle forze borghesi e per smascherare di fronte alle masse 
l'inganno e la mistificazione della falsa democrazia borghese, basata sulla delega e sulla deresponsabilizzazione dei cittadini.
E' da più di un ventennio che in Italia i partiti di “sinistra” hanno operato coscientemente, e con incoscienza, per la distruzione delle teorie e delle idee socialiste e comuniste. L'aver scelto di abbandonare il marxismo come metodo 
scientifico di interpretazione della realtà e dei processi storici ha portato al progressivo dissolvimento di qualsiasi formazione che potesse rappresentare gli interessi e i bisogni del nuovo-proletariato (operai, lavoratori precari,
studenti e ricercatori senza futuro, lavoratori pubblici, pensionati poveri, l'area sociale delle partite IVA ecc...).
Bertinotti, Vendola, Diliberto e i loro accoliti hanno dato un contributo decisivo all'ottenimento di questo risultato catastrofico e drammatico e a diffondere sfiducia e rassegnazione fra i militanti in buona fede. Queste 
valutazioni sono suffragate dal fatto che l'Italia è l'unico paese dell'Europa occidentale a non avere né un partito comunista strutturato e organizzato, né un solido partito socialdemocratico di massa come in Francia, Germania ed 
Inghilterra. Non si può definire socialdemocratico il PD, perché in esso prevalgono ampiamente delle connotazioni liberal-democratiche moderate.
D'altro lato la frammentazione e l'inadeguatezza teorica, culturale e politica delle soggettività antagoniste non ha ancora consentito di avviare un processo di rifondazione serio e rigoroso di una formazione  anticapitalista, di classe, unitaria, radicata nel sociale e con un un programma credibile di uscita e abbattimento del sistema economico capitalista, che ci sta portando alla miseria generalizzata.
Un altro aspetto, che in questa contingenza ha rafforzato la scelta dell'astensione (noi non siamo astensionisti per principio sempre e comunque), è la constatazione che queste elezioni rischiano di essere sostanzialmente 
inutili. Non solo perché i due rami del parlamento rischiano di essere paralizzati per la mancanza di una maggioranza netta in uno di essi, ma anche perché i parlamentari( esclusi quelli del Movimento 5 stelle) saranno una sorta 
di “figure formal-virtuali” più o meno impotenti e limitati nell'azione . Infatti i bilanci, le politiche economiche e di welfare saranno subordinate, vincolate e sottoposte al controllo e all'autorizzazione dei vari organismi 
burocratici-amministrativi della UE. Si tratta, in sostanza, dell'annullamento della nostra indipendenza nazionale.
Quasi nessuna delle forze politiche presenti in questa campagna elettorale ha denunciato con forza questo vincolo che potrà essere “rimosso” solo con grandi mobilitazioni e lotte sociali coordinate in tutti i paesi dell'Unione Europea.
Aleggia quasi un timore culturale e politico nel pronunciarsi contro il trattato di Maastricht e gli altri trattati europei che hanno asservito totalmente il nostro Paese agli interessi del capitale internazionale. La battaglia contro i vincoli che ci impone l'Europa non può essere lasciata alla destra più becera e reazionaria.
Il pareggio di bilancio e il fiscal compact, imposti per legge, costituiscono oggi un vincolo insormontabile per qualsiasi governo moderato. 
Si devono elaborare, proporre e praticare politiche di incompatibilità economica con 
l'attuale sistema capitalistico e di rottura costituzionale e istituzionale. Questo però richiede mobilitazioni di massa prolungate e degli organismi in grado di sostenerle e coordinarle. E' questo il compito enorme che l'opposizione sociale e le avanguardie antagoniste si devono porre nell'immediato futuro. Tutto il resto è fuffa, menzogna, mistificazione e strumentalizzazione della buona fede dei cittadini.

In campagna elettorale non si possono proporre traguardi mirabolanti, sapendo che finché si accettano le logiche e la dialettica di questo sistema non si potranno mai raggiungere obiettivi strategici. Ad esempio dire che si vuole 
abolire il Fiscal Compact è in sé una cosa giustissima, ma non dire in che modo e con che tipo di mobilitazione rischia di essere utopistico ed anche un po' truffaldino.

Di fronte a questa situazione si rende più che mai necessario intensificare l'impegno nel costruire organismi di CONTROPOTERE in grado di rappresentare i bisogni e gli interessi fondamentali del nuovo proletariato e, in embrione, la nuova organizzazione non gerarchizzata della futura nuova società.

SU LA TESTA l'altra Lombardia

27 febbraio 2013

domenica 24 febbraio 2013

Oggi in Spagna, domani in Italia! Costruiamo l'internazionalismo del nuovo proletariato!

manifestazione Barcelona 23 febbraio 2013
manifestazione barcelona 23 febbraio 2013
















Oggi in Spagna, domani in Italia! 
Grande manifestazione a Barcellona (Catalogna-Spagna)
PRIMERO GRECIA, LUEGO PORTUGAL, AHORA ESPANA ... quando in Italia?

Lotta di classe in Spagna, Grecia e Portogallo. I mass media italiani censurano.

manifestazione Barcelona 23 febbraio 2013


NO alla corruzione
NO alla riforma del lavoro
NO ai tagli alla sanità e alla scuola pubblica
VIA Rajoi (il primo ministro) e i politici corrotti
NO all'uso delle pallottole di gomma da parte dei Mossos de Esquadra (la polizia catalana)
manifestazione Barcelona 23 febbraio 2013

manifestazione Barcelona 23 febbraio 2013

Sabato 24 febbraio 2013, a Barcellona, manifestazione contro la politica economica del governo Rajoy organizzata dalla 'Piataforma', da gruppi di estrema sinistra e da sindacati indipendenti (CGT, CNT, Intersindical ecc...).

Barcelona 23 febbraio 2013 sede Movistar



Centomila persone si sono radunate in piazza Catalogna provenienti da diverse parti della città (Barceloneta, Gracia, Parall-el) per poi sfilare lungo via Laietana fino alla sede della Generalitat (il governo regionale) e del Comune in piazza Jaume, dove la manifestazione si è conclusa.
manifestazione Barcelona 23 febbraio 2013 sede Movistar





E' stata colpita la sede della Movistar (compagnia telefonica) con lanci di uova e altri oggetti. Alcuni manifestanti sono entrati nella sede.




Alcuni compagni ci hanno chiesto: quando in Italia?

manifestazione Barcelona 23 febbraio 2013
manifestazione Barcelona 23 febbraio 2013
manifestazione Barcelona 23 febbraio 2013






venerdì 22 febbraio 2013

Le elezioni politiche del 24-25 febbraio: respingere la logica del meno peggio


Se votare facesse qualche differenza, non ce lo lascerebbero fare” ( M.Twain)

La campagna elettorale per le prossime elezioni politiche ha riempito le pagine e gli spazi dei quotidiani, delle TV e della RETE negli ultimi tre mesi. Indubbiamente esse rivestono una notevole importanza, perché decideranno quale “frazione” del capitale governerà l'Italia nel prossimo periodo di crisi dell'organizzazione economica capitalistica e determineranno, comunque, diversi assetti politici ed istituzionali.
Inoltre costringeranno anche l'opposizione sociale e le soggettività antagoniste e rivoluzionarie a riposizionarsi rispetto all'organizzazione del conflitto e alla costruzione di una formazione comunista in grado di rappresentare più compiutamente gli interessi di classe, al di là di tutti i settarismi e le auto-referenzialità che le hanno paralizzate e travolte negli ultimi 20 anni e più.
Molti “a sinistra” si stanno adoperando per dare questa o quella indicazione di voto, in base anche al teorema del Meno-Peggio. Noi non siamo tra questi, perché preferiamo sviluppare un ragionamento per sostenere che in questa fase storico-politica l'astensione dal voto (ricordiamo che il voto non è un dovere, ma un diritto che si può o meno esercitare) non solo è giustificata, ma può costituire un atto militante di responsabilità con l'obiettivo della delegittimazione di tutto l'apparato parlamentaristico e di governo borghese, oltre che di qualsivoglia “ lista improvvisata di sinistra” che pretendesse di arrogarsi il diritto di rappresentare strumentalmente gli interessi di classe del nuovo-proletariato e del movimento di lotta in generale.
La teoria, l'idea e la pratica dei comunisti non sono rappresentate, neppur lontanamente, da nessun partito o lista che partecipa a questa scorribanda elettorale.
L'astensionismo può costituire una forma seria e militante di protesta che nulla ha a che vedere con il qualunquismo astensionistico endemico al sistema borghese di rappresentanza. Non si può più delegare a forze impresentabili o pseudo-democratiche la rappresentanza delle istanze sociali di radicale cambiamento. E tanto meno lo possono fare i comunisti e i rivoluzionari.
Occorre respingere la logica truffaldina, manipolatoria e ricattatoria del meno-peggio. Si cerca di diffondere il timore e il senso del precario per farci accettare il pensiero unico, qualsiasi soluzione politica e il punto di vista della classe dominante. Va trasferita nel campo nemico la paura che cercano di infonderci, rilanciando l'autonomia proletaria. Oggi è richiesta maggiore lucidità e consapevolezza e questo ricatto va respinto al mittente. Altre volte, purtroppo, questo ha funzionato, facendo leva sull'anti-berlusconismo.
Non consideriamo il bandito Berlusconi meno pericoloso di un tempo, ma constatiamo che anche coloro che formalmente oggi si presentano come alternativi a lui ( Bersani,Vendola e Monti), hanno sostanzialmente lo stesso progetto e non hanno fatto nulla in questi anni per contrastarlo realmente. Al contrario, nell'ultimo anno e mezzo hanno governato insieme e hanno condiviso e votato in parlamento le più criminali e violente scelte del massone Monti su mandato dell'Unione Europea. Monti, massone del 33° rito scozzese, più che svolgere il ruolo di presidente del Consiglio dell'Italia ha operato come terminale della BCE (Banca Centrale Europea) e del FMI (Fondo Monetario Internazionale), essendo presidente europeo della Trilateral, un organismo composto dagli uomini e dalle donne più potenti del pianeta che decide, condiziona e impone le scelte economiche a quasi tutti i governi del mondo. In sostanza le politiche socio-economiche del centro-destra e del centro-sinistra sono due facce della stessa medaglia.
Quale sarebbe allora il meno peggio da poter votare? Qualcuno sostiene essere la lista “Rivoluzione civile”( RC, guarda caso, che brutti scherzi le sigle!).Questa è di fatto un cartello elettorale composto dai partiti residuali della “sinistra” in via di sparizione e tenuta insieme dalla figura carismatica del magistrato Ingroia. Non è una formazione strutturata e si è costituita tre mesi fa in modo raffazzonato e senza un programma articolato, dopo aver liquidato brutalmente il generoso tentativo di “Cambiare si può”. Rivoluzione civile ha un'ideologia iper-eclettica(si va dal moderato-legalitaro Di Pietro al reazionario verde Bonelli, fino al nulla di Ferrero e Diliberto, ex RC ed ex PdCI) che sarà all'origine di un esplosione di contrasti e contraddizioni, qualunque dovesse essere il risultato elettorale. La lista Ingroia ha al centro della sua propaganda la difesa della legalità contro i poteri criminali, questo è il vero cemento che tiene insieme queste “debolezze” che sono divise, in realtà, su quasi tutto. Un altro aspetto che va sottolineato è che all'interno di questa lista albergano ben 3 ex-ministri di governi precedenti, tutti corresponsabili, in quanto ministri, dall'aver avallato il finanziamento delle truppe in Afghanistan, i provvedimenti che hanno aggravato le condizioni di vita di milioni di persone, il non aver approvato una norma elementare sul conflitto di interessi contro Berlusconi, l'avere deciso e avallato il finanziamento del TAV (Di Pietro ministro delle infrastrutture) ecc...
Per queste e molte altre ragioni, l'opposizione sociale e i comunisti non possono riconoscersi e legittimare una formazione che, in ultima analisi, si è costituita per garantire l'elezione in parlamento ai quattro segretari dei partiti residuali ( la banda dei 4), storicamente ormai superati ed obsoleti. Questi personaggi non hanno avuto e non avranno alcun rapporto politico con il conflitto sociale che si è sviluppato e si svilupperà nel nostro paese con più forza e determinazione. Come dicono alcuni compagni sardi: “... E' necessario disvelare il rapporto truccato fra funzione politica e la conflittualità sociale”...” la guerra contro il Kapitalismo si svolge altrove rispetto al parlamento (luoghi di lavoro, scuola, territorio, solidarietà internazionalista ecc...)”.
In sintesi: a nessuno venga in mente, nel caso dovessero essere eletti, di agire e parlare a nome dell'opposizione sociale. Non hanno voluto riconoscere la storia e la funzione dei movimenti, dei comitati, delle associazioni, delle soggettività antagoniste ecc... o, peggio, hanno tentato di strumentalizzarle, quindi non ci si arroghi il diritto di parlare a nome loro. NON IN NOSTRO NOME.
Occorre aggiungere che le istituzioni e le campagne elettorali si devono saper “usare” per accentuare le contraddizioni del sistema capitalista e delle forze borghesi e per smascherare di fronte alle masse l'inganno e la mistificazione della falsa democrazia borghese, basata sulla delega e sulla deresponsabilizzazione dei cittadini.
E' da più di un ventennio che in Italia i partiti di “sinistra” hanno operato coscientemente, e con incoscienza, per la distruzione delle teorie e delle idee socialiste e comuniste. L'aver scelto di abbandonare il marxismo come metodo scientifico di interpretazione della realtà e dei processi storici ha portato al progressivo dissolvimento di qualsiasi formazione che potesse rappresentare gli interessi e i bisogni del nuovo-proletariato (operai, lavoratori precari,studenti e ricercatori senza futuro, lavoratori pubblici, pensionati poveri, l'area sociale delle partite IVA ecc...).
Bertinotti, Vendola, Diliberto e i loro accoliti hanno dato un contributo decisivo all'ottenimento di questo risultato catastrofico e drammatico e a diffondere sfiducia e rassegnazione fra i militanti in buona fede. Queste valutazioni sono suffragate dal fatto che l'Italia è l'unico paese dell'Europa occidentale a non avere né un partito comunista strutturato e organizzato, né un solido partito socialdemocratico di massa come in Francia, Germania ed Inghilterra. Non si può definire socialdemocratico il PD, perché in esso prevalgono ampiamente delle connotazioni liberal-democratiche moderate.
D'altro lato la frammentazione e l'inadeguatezza teorica, culturale e politica delle soggettività rivoluzionarie non ha ancora consentito di avviare un processo di rifondazione serio e rigoroso di una formazione comunista, anticapitalista, unitaria, radicata nel sociale e con un un programma credibile di transizione al socialismo e al comunismo, in grado di competere anche nelle elezioni democratico-borghesi, usando le istituzioni come cassa di risonanza.
Un altro aspetto, che in questa contingenza rafforza la scelta dell'astensione (noi non siamo astensionisti per principio sempre e comunque), è la constatazione che queste elezioni rischiano di essere sostanzialmente inutili. Infatti i parlamentari saranno una sorta di “figure formal-virtuali” più o meno impotenti e limitati nell'azione .Questo perché i bilanci, le politiche economiche e di welfare saranno subordinate, vincolate e sottoposte al controllo e all'autorizzazione dei vari organismi burocratici-amministrativi della UE. Si tratta, in sostanza, dell'annullamento della nostra indipendenza nazionale.
Quasi nessuna delle forze politiche presenti in questa campagna elettorale ha denunciato con forza questo vincolo che potrà essere “rimosso” solo con grandi mobilitazioni e lotte sociali coordinate in tutti i paesi dell'Unione Europea.
Aleggia quasi un timore culturale e politico nel pronunciarsi contro il trattato di Maastricht e gli altri trattati europei che hanno asservito totalmente il nostro Paese agli interessi del capitale internazionale. La battaglia contro i vincoli che ci impone l'Europa non può essere lasciata alla destra più becera e reazionaria.
Il pareggio di bilancio e il fiscal compact, imposti per legge, costituiscono oggi un vincolo insormontabile per qualsiasi governo moderato. Si devono elaborare, proporre e praticare politiche di incompatibilità economica con l'attuale sistema capitalistico e di rottura costituzionale e istituzionale. Questo però richiede mobilitazioni di massa prolungate e degli organismi in grado di sostenerle e coordinarle. E' questo il compito enorme che l'opposizione sociale e le avanguardie antagoniste si devono porre nell'immediato futuro. Tutto il resto è fuffa, menzogna, mistificazione e strumentalizzazione della buona fede dei cittadini.
In campagna elettorale non si possono proporre traguardi mirabolanti, sapendo che finché si accettano le logiche e la dialettica di questo sistema non si potranno mai raggiungere obiettivi strategici (per il Capitale). Ad esempio dire che si vuole abolire il Fiscal Compact è in sé una cosa giustissima, ma non dire in che modo e con che tipo di mobilitazione rischia di essere utopistico ed anche un po' truffaldino.

Di fronte a questa situazione si rende più che mai necessario intensificare l'impegno nel costruire organismi di CONTROPOTERE in grado di rappresentare i bisogni e gli interessi fondamentali del nuovo proletariato e, in embrione, la nuova organizzazione non gerarchizzata della futura nuova società.

MR per SU LA TESTA l'altra Lombardia

22 febbraio 2013

mercoledì 20 febbraio 2013

L'attualità del passato. Incontro con Jean Marc Rouillan

Barcellona 18 febbraio 2013 aula 1 CCCB




Lunedì 18 febbraio 2013, presso il Centro di Cultura Contemporanea (CCCB) di Barcellona si è tenuto un incontro organizzato dai libertari di Barcellona con Jean Marc Rouillan, uno dei fondatori dei MIL (Movimento Iberico di Liberazione) e di Action Directe in Francia.
Rouillan ha presentato la sua autobiografia ed ha risposto ad alcune domande dei numerosissimi presenti.
Jean Marc Rouillan














Rouillan ha scontato 25 anni di carcere in Francia con l'accusa di aver partecipato ad alcune azioni di lotta armata contro il sistema del capitale e dell'imperialismo USA. Ora si trova in libertà vigilata. Per questo motivo non ha potuto trattare dell'esperienza di Action Directe (fondata nel 1979) in Francia, perché la magistratura di questo Paese glielo ha impedito con il pretesto di evitare l'apologia della lotta armata.
Un anno fa gli era già stata revocata la libertà vigilata con questa motivazione per aver rilasciato una semplice intervista ad un settimanale francese (L'Express).
Rouillan si è,quindi, limitato a trattare alcuni aspetti della sua esperienza nel MIL. 
Questa era un'organizzazione armata attiva negli anni '70 soprattutto a Barcellona e che ebbe tra gli altri, come militanti, oltre allo stesso Rouillan e ad altri compagni francesi, Salvador Puig Antich e Oriol Sole Sugranyes.
Salvador Puig Antich
Salvador fu assassinato con la garrota (un metodo barbaro di strangolamento lento) della polizia franchista nel 1974 dopo essere stato ferito in un conflitto a fuoco con un militare della polizia segreta che rimase ucciso. Questo fu l'ultimo omicidio con garrota prima della fine del franchismo.
Oriol venne ucciso in un altro conflitto a fuoco con la polizia franchista dopo che era fuggito dal carcere di Segovia insieme ad alcuni militanti dell'ETA, con cui il MIL intratteneva rapporti.
Rouillan ha rimarcato il fatto che il MIL non fosse un'organizzazione specificamente anarchica, ma composta sia da militanti dell'estrema sinistra che da libertari, tutti molto giovani.
Ha inoltre spiegato che il MIL si sciolse dopo un regolare congresso clandestino e che lui si oppose allo scioglimento.
Oriol Sole Sugranyes
Ha affermato di essere attualmente un 'abolizionista del carcere' e di essere al momento iscritto al NPA (Nouveau Parti Anticapitalist) francese per poter continuare a fare politica.
Rouillan non ha mai rinnegato la sua vita militante e le sue scelte. Di 25 anni di carcere ne ha passati 7 e sei mesi in completo isolamento.

Questi tipi di incontri sono molto importanti e speriamo che vengano organizzati anche nel nostro Paese per mantenere vive le esperienze di lotta contro il capitalismo, su cui riflettere senza relegarle a pura testimonianza.

SU LA TESTA l'altra Lombardia

Barcellona, 18 febbraio 2013  

martedì 19 febbraio 2013

Le illusioni elettoralistiche


Lo sfruttamento nei luoghi di lavoro cresce, la precarietà rende ancora più difficile la vita. La corruzione dilaga 
(essendo implicita nel sistema capitalistico), ma nessuno in questo baraccone elettorale vuole mettere in relazione la corruzione con i tagli generalizzati alla spesa pubblica e ai salari privati e pubblici. 
Formigoni, Berlusconi e altri banditi rubano e contemporaneamente predicano tagli e sacrifici senza che nessuno gliela faccia pagare in un modo o in un altro. 
La "gente" sembra non accorgersene e magari pensa ancora di delegare qualcuno a rappresentarla in questo parlamento asservito alle politiche del grande capitale, del FMI e dell'Unione Europea. 
A "sinistra" è meglio stendere un velo pietoso per non aggravare la situazione già di per sé drammatica. 
Vi sono liste improvvisate e posticce che fanno solo pessima (per altro) propaganda per garantirsi un posto in parlamento, pensando che lì qualche risultato lo otterranno. 
Sanno di dire il falso, ma non lo potrebbero mai ammettere, visto la loro degenerazione elettoralistica. 
Anziché spiegare che si va nelle istituzioni per usarle come cassa di risonanza delle lotte del nuovo-proletariato, alimentano illusioni elettoralistiche in modo irresponsabile, facendo concorrenza al PD, il quale per altro,coerentemente, difende un sistema che i rivoluzionari e i comunisti hanno l'obiettivo di abbattere. 
Non si sa se sono più pericolosi loro o il PD. Di fronte a tutto questo l'impegno di tutti i militanti rivoluzionari e comunisti è di organizzare e costruire CONTROPOTERE.

l'avevamo detto! l'attualità e la lungimiranza delle nostre analisi ed informazioni

Questi gli articoli che abbiamo diffuso sul malaffare di Formigoni e "compagnia" nell'ottobre e novembre scorso


Le mani di Formigoni e “Compagnia” sulla Regione
La nuova giunta Formigoni si presenta peggio della precedente
La prima deliberazione della nuova giunta è vergognosa
Apparentemente tutto è cambiato, perché tutto rimanga come prima
Si è trattato di un’operazione buffonesca condotta da politicanti indagati e screditati .
La nuova rubrica “Il bestiario di Formigoni”


Perché diciamo che uno dei primi atti di questa giunta di destra, la Delibera n. IX/4184 del 22.10.2012 avente per oggetto ‘VI provvedimento organizzativo 2012’, è vergognoso?
Per i seguenti documentati motivi:
1. Si afferma la volontà di diminuire gli organici e il numero di dirigenti sentite le Organizzazioni Sindacali. NON E’ VERO. Le organizzazioni sindacali e le RSU non sono state né sentite né consultate. Troviamo molto grave e singolare che il primo atto della nuova giunta sia quello di attaccare il livello occupazionale. Facciamo presente che negli ultimi dieci anni l’organico della Regione è già diminuito di oltre 2000 unità.
2. Sono previste per i componenti delle segreterie politiche retribuzioni spropositate rispetto alle retribuzioni medie dei funzionari regionali. Infatti:
a. Per i responsabili delle segreterie politiche è prevista una retribuzione corrispondente alla categoria dirigenziale C3 (la più alta)
b. Per il responsabile della segreteria del presidente la retribuzione della categoria C3 dirigenziale è aumentata del 50%
c. Per i semplici collaboratori delle segreterie è prevista una retribuzione fino alla categoria economica D6 che è la massima categoria per i funzionari. Da notare che molti funzionari laureati e professionalmente esperti non raggiungono neppure a fine carriera questo livello economico
3. E’ una iattura avere confermato ancora Sanese alla Segretaria generale. Attorno a lui si è costruito un consolidato sistema di potere costituito da dirigenti, quadri e funzionari prevalentemente fedeli al servizio delle politiche e degli interessi di Comunione e Liberazione , della Compagnia delle Opere e del Pdl. Sanese ha instaurato in questi anni una sorta di paternalismo aziendalista ed autoritario che neppure in aziende private è più in vigore. Scalzare questo sistema di potere è un obbligo prima di tutto dei cittadini e di qualche parte della politica che ne abbia la volontà.
Non si è avuto nemmeno la decenza di cambiare il responsabile del personale ed altri dirigenti molto discussi in quanto facenti parte dello ‘stock’ di 31 dirigenti entrati in Regione con un concorso dichiarato nullo ed attualmente oggetto di un esposto alla Magistratura.
Infine è stata riconfermata tutta la dirigenza uscente.
Ecco chi sono alcuni ‘tecnici’ nominati da Formigoni, alcuni con evidenti conflitti di interessi e altri con cumuli di incarichi.
GIOVANNI BOZZETTI assessore al Commercio, Turismo e Servizi. Al momento della sua nomina è vicepresidente di Difesa Servizi S.p.A. , società formalmente costituita con legge 23 dicembre 2009, interamente di proprietà del ministero della Difesa che gestisce i beni, l’immagine, le attività e – non ultimo – gli acquisti delle Forze armate per un totale di quattro miliardi di uscite a cui va aggiunta la capacità di spesa dovuta alle entrate. La società, le cui quote sono interamente in mano al ministero , è stata fortemente voluta dall’allora ministro La Russa (di cui Bozzetti è da sempre uno stretto collaboratore come dichiara egli stesso sul suo sito). E’ amministrata dal consiglio di amministrazione, composto da otto consiglieri scelti dal ministro che ha l’ultima parola anche sulla nomina dei dirigenti. Tutte le spese della Difesa sono un affare privato perché il consiglio di amministrazione è in grado di operare con un consistente margine di discrezionalità e di autonomia e, in particolare, senza alcun controllo da parte del Parlamento. Tra i compiti principali di questa società la gestione del ricchissimo patrimonio immobiliare. Il consiglio può ristrutturarlo o aprirci persino degli alberghi, tranne venderlo, mentre i terreni del demanio militare sono disponibili per nuove centrali energetiche “da fonti rinnovabili”. A norma di Statuto nessuno dovrà dimettersi dalle poltrone già occupate.
GIUSEPPE ELIAS assessore all’agricoltura. E’ titolare di una azienda agricola nel lodigiano ed è da dieci anni un convinto sostenitore degli OGM. Da un intervista pubblicata su Terra e Vita del giugno 2008 “Qual è la sua risposta a chi ritiene gli ogm dannosi per la salute o per l’ambiente? È una tesi assolutamente infondata. Non esiste una ricerca seria che dimostri che gli ogm siano dannosi per la salute o per l’ambiente. Al contrario, oltre dodici anni di utilizzo dimostrano gli importanti benefici che derivano dalle colture sviluppate grazie alle biotecnologie e comprovano, allo stesso tempo, che il loro impiego è sicuro.”
ANDREA GILARDONI assessore a Infrastrutture e Mobilità. E’ presidente dell’osservatorio dei COSTI DEL NON FARE che supporta l’attività dello sviluppo di infrastrutture quali la Pedemontana, l’alta velocità Milano-Verona, il termovalorizzatore di Rimini, la quarta corsia Milano-Bergamo, l’impianto a carbone di Torrevaldaliga nord ecc…. Il Gilardoni ha anche scritto un libro sui costi del mancato sviluppo del nucleare in Italia!

Ma la cosa più sorprendente è la riconferma di Giuseppe Grechi come delegato del presidente per la Trasparenza. Tra i suoi compiti il coordinamento delle attività di comitati, commissioni, organi che hanno a che fare con procedure che riguardano lo smaltimento dei rifiuti, le autorizzazioni all’attività estrattiva (cave) e le gare d’appalto. Dopo gli arresti di Nicoli Cristiani, Locatelli e Rotondaro per corruzione e traffico di rifiuti illeciti , dopo il sequestro della discarica di Brescia e di Montichiari per gestione dei rifiuti in violazione alle prescrizioni di legge, è quanto meno di cattivo gusto l’aver scelto di riconfermare questa persona ex presidente della Corte di Appello di Milano. Il suo nome emerge nell’inchiesta romana sulla cosiddetta loggia segreta P3 per le ‘disinvolte’ telefonate con Pasqualino Lombardi giudice tributarista e con Arcangelo Martino entrambi finiti in carcere nel 2010, insieme all’ex piduista Flavio Carboni, che secondo la tesi della Procura di Roma erano componenti di una loggia segreta che pilotava le nomine dei Magistrati. Grechi non è coinvolto, ma la sua figura non esce bene da questa storia. Anche perché la presunta P3 aveva puntato sulla nomina di Marra alla successione di Grechi alla presidenza della Corte di Appello di Milano, che viene nominato presidente e poi si dimette a seguito del coinvolgimento nell’inchiesta P3. E’ lo stesso Marra che riammette la lista Formigoni alle elezioni regionali 2010 nonostante le oltre 600 firme false.
Inauguriamo la nuova rubrica “Il bestiario di Formigoni” . Cercheremo di monitorare tutte le dichiarazioni che d’ora in poi Formigoni farà sul “buon governo della Regione Lombardia”
Bestiario n. 1
Non si ferma la sfacciataggine di Formigoni, come si suol dire ‘non tiene vergona’. Ieri ha dichiarato al convegno dell’Agenzia di ricerca per la Sclerosi laterale amiotrofica che le continue e pesanti riduzioni di bilancio dello Stato sulla ricerca sanitaria possono mettere in grande difficoltà anche la Lombardia, unica grande Regione in pareggio di bilancio da molti anni. Si è dimenticato di dire che i ticket sanitari sono tra i più alti in Italia e che sono aumentati ultimamente e che almeno questi aumenti potevano essere evitati visto che l’inchiesta sulla Fondazione Maugeri di Pavia, che vede indagato lo stesso Formigoni per corruzione aggravata, ipotizza che quasi 70 milioni di euro siano stati sottratti e trasferiti all’estero
Milano, 26 ottobre 2012
SU LA TESTA l’altra Lombardia






SANESE E FORMIGONI: si sta arrivando alla cupola

Nell’ambito dell’inchiesta Maugeri interrogato ieri per 12 ore, come testimone,  Nicola Maria Sanese,  da 17 anni segretario generale della Regione  Lombardia,  con uno stipendio attuale di oltre 200 mila euro l’anno.
E’ da più di un anno che sollecitiamo l’attenzione sul segretario generale della Regione Lombardia che è da 17 anni l’eminenza grigia di Formigoni e il depositario di informazioni particolari sulla attività della giunta. Anche questa volta i fatti ci danno ragione. Le nostre richieste e denunce si
dimostrano più che mai valide. In Regione Lombardia non si muove foglia che Sanese non voglia. Ex andreottiano, ex sottosegretario ai servizi segreti, seleziona attentamente i dirigenti, li riunisce costantemente per indicare loro come raggiungere obiettivi, con modalità e procedure da cui non si deve sgarrare. In 17 anni sono stati emarginati o messi in condizione di lasciare quelli non disposti alla subordinazione e all’obbedienza.
Attorno a lui si è costruito un consolidato sistema di potere costituito da
dirigenti, quadri e funzionari prevalentemente fedeli al servizio delle politiche e degli interessi di Comunione e Liberazione , della Compagnia delle Opere e del Pdl. Sanese ha instaurato in questi anni una sorta di paternalismo aziendalista ed autoritario che neppure in aziende private è più in
vigore.

Alla luce delle ultime vicende giudiziarie i tentativi di Sanese e ‘Compagnia’ di sostenere il ‘buon governo’ di Formigoni dopo gli scandali sulla sanità lombarda e sulla corruzione relativa alla discarica di amianto di Cappella Cantone non fanno che aggravare la loro posizione. Come non dimenticare la lettera pubblica dei dirigenti regionali a sostegno dell’operato di Formigoni
che di fatto era stata imposta da Sanese (una mail comunicava a tutti i dirigenti il testo che si dava già per condiviso, e si chiedeva solo di segnalare la eventuale NON ADESIONE), o gli 80.000 euro di soldi pubblici sprecati per pubblicare su 4 quotidiani uno spot che difendeva la sanità regionale, ormai inefficiente e pervasa dalla corruzione, o gli incontri vis a vis con Sanese che ‘quadri’ e il resto del personale ‘fedele’ potevano ‘prenotare’ in giorni prestabiliti e in numero contingentato.
Il fondo, poi, si è toccato  lo scorso 29 ottobre, dopo l’insediamento-farsa della nuova giunta. Sanese ha convocato tutto il personale della giunta in videoconferenza annunciando l’intervento personale di Formigoni (per aprire la sua campagna elettorale?). Si sono usati strumenti pubblici per fare propaganda usando strutture pubbliche.
Formigoni e Sanese continuano ad operare indisturbati in Regione Lombardia e a sperperare denaro pubblico anche grazie al silenzio assordante delle opposizioni, tutte impegnate nei giochi di palazzo per riprendersi il potere o conquistarsi poltrone. Seguiranno a breve altri comunicati sulle
situazioni specifiche.

22 novembre 2012
SU LA TESTA l’altra Lombardia
www.laltralombardia.it




giovedì 14 febbraio 2013

Formigoni :Organizzatore di un'associazione a delinquere?!!!!

ASSOCIAZIONE A DELINQUERE: questa é l'accusa formulata dal p.m. contro Formigoni e la sua eminenza grigia Sanese. E' da oltre un anno che denunciamo e combattiamo il malaffare E L'INTRECCIO MAFIE-POLITICA in regione Lombardia. FORMIGONI, NUMERO UNO DELLA GIUNTA NON POTEVA NON SAPERE. I nodi sono venuti al pettine. Ora, come noi avevamo scritto e previsto, la magistratura interviene e supplisce l'assenza dell'opposizione politica in consiglio regionale lombardo. BASTONARE il can che annega. Comunione e liberazione e la Compagnia delle opere vanno sciolte e socializzate.