Questa è una tesi falsa e manipolatrice della realtà. Infatti risulta evidente a chi non è animato da malafede che introducendo la libertà di licenziamento e maggiore precarietà non si rilancia di certo l'economia capitalistica, nè si produrrebbe un posto di lavoro in più. Solo una diminuzione dell'orario di lavoro a parità di salario e una riforma radicale del sistema pensionistico libererebbero una certa quantità di posti di lavoro. La verità è che si sta cercando da tempo di ridisegnare, a favore del capitalismo, i rapporti di classe che si erano configurati dopo le lotte dei lavoratori di tutte le categorie negli anni '60 e '70. Contrastare questi processi, imposti dal capitalismo e dalll'Unione Europea è un compito che spetta a tutti i lavoratori precari e a tempo indeterminato, ai giovani, agli studenti, ai disoccupati e ai pensionati. La loro mobilitazione autorganizzata e unitaria è l'unica arma per battere i progetti del capitalismo italiano e internazionale e dei governi europei che lo rappresentano. L'unità di classe di tutte queste categorie sociali è l'unica risposta ai tentativi di divisione e di contrapposizione fra lavoratori "più garantiti" e quelli precari fino ai disoccupati.
Prima che questo provvedimento diventi legge occorre bloccare luoghi di lavoro e città, come già successe nel 2002 quando si impedì che l'art.18 fosse smantellato.
COSTRUIRE le CONDIZIONI per UNO SCIOPERO GENERALE fino al ritiro della proposta di legge!!!!
Milano 18 settembre 2014
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